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Le truffe agli anziani: un vero allarme sociale.

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Messaggio Da Plinio Mar Apr 29, 2008 9:30 am


In parlamento si discute l'introduzione dell art. 640 quinquies del codice penale.

La truffa ha origini antichissime, a ben riflettere se ne trovano tracce persino nella Genesi (27-,1-34) allorquando Giacobbe finge di essere il fratello gemello Esaù al fine di ricevere dal padre la benedizione della primogenitura. Isacco è ormai vecchio ed i suoi occhi sono così deboli da non saper distinguere un figlio dall'altro, così il travestimento di Giacobbe e le vivande che gli vengono offerte lo traggono in inganno al punto tale che Isacco benedice Giacobbe credendolo Esaù.
Come si può notare l'elemento caratterizzante della truffa sta proprio nell'inganno, ovvero in quell'insieme di tecniche (abbigliamento, suggestioni, travestimenti, strategie di persuasione, etc..) idonee a far leva sulla debolezza o sull'affidamento della vittima per indurla all'acquiescenza.
A ragione di ciò, gli artifici e raggiri idonei a configurare l'ipotesi delittuosa della truffa potrebbero paragonarsi ai giochi di un illusionista. Il mistero che induce a credere alla prestidigitazione sta soltanto nell'abilità del soggetto agente a fornire una immagine della realtà che rappresenta il prodotto di una suggestione, provocata sull'osservatore. Difatti, ogniqualvolta venga poi svelato il trucco di un tale gioco, immancabilmente esso si rivela semplicissimo, elementare e a dir poco evidente. Ecco perché l'osservatore, nel caso del gioco di prestigio -come la vittima nelle ipotesi di truffa- avverte una sensazione di vergogna e di imbarazzo tali da recepire fortemente la propria debolezza ed ingenuità. Non è raro infatti che la sensazione di colpa che prova la vittima di un tale reato la renda poi passiva ed inerme di fronte all'ingiustizia subita. Ma è ben più auspicabile che la persona truffata, superando la inevitabile fase di auto-responsabilità, avverta la necessità di ricevere giustizia. Al fine di chiarire l'esigenza di equità che vuole ripristinare la legge, è importante sottolineare che, per la sussistenza del reato in questione e quindi per accertare l'ipotesi delittuosa, è ininfluente il comportamento del soggetto truffato, ossia se egli sia stato attento o al contrario incauto nella gestione del rapporto con il truffatore. Infatti, la caratteristica tipica della truffa consiste proprio nel generare la disattenzione, ovvero, come il più delle volte accade, determinare quella fiducia che con appositi inganni il truffatore riesce a suscitare nella propria vittima. Pertanto non deve esservi alcuna remora a denunciare una ingiustizia, anche la più evidente, che venga effettuata da un qualsiasi truffatore, esperto o grossolano, carpendo la propria buona fede, o strumentalizzando le proprie debolezze.
Il nostro codice penale all'art. 640 configura la truffa quale delitto al patrimonio e così stabilisce
“Chiunque con artifizi o raggiri inducendo taluno in errore procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da € 51 a € 1.032.”
Il delitto è punibile soltanto a querela della persona offesa, entro tre mesi dalla scoperta della truffa, salvo che ricorra taluna delle circostanze aggravanti previste dal codice penale.
Gli elementi giuridici caratterizzanti sono: 1. la presenza di artifici o raggiri che possono consistere in espressioni verbali menzognere, in una vera e propria messa in scena, ed in genere in un qualsiasi comportamento volto ad indurre in errore, anche il silenzio maliziosamente serbato.
2. il profitto, che rappresenta uno degli elementi consumativi del reato, e si ravvisa allorquando vi sia un accrescimento senza diritto nella sfera patrimoniale del soggetto agente 3. il carattere dell'ingiustizia, dato proprio da un profitto che viene conseguito senza averne diritto, sicché l'arrichimento del truffatore risulta essere privo di un titolo giuridico che lo giustifichi.
3. l'altrui danno: la deminutio patrimonii, il danno economico, morale o psicologico, subito dal soggetto passivo. Non è necessario infatti che il profitto perseguito dal truffatore abbia carattere economico, potendo anche ravvisarsi in un bisogno di qualsiasi genere.
Attualmente le statistiche parlano chiaro: è sempre più alto il numero di anziani che finiscono nella trappola di scaltri truffatori. Dilagano i raggiri sotto forma di vendite promozionali per aziende mai esistite, offerte vacanza , vincite di premi per lotterie sconosciute, riscossioni di bollette a domicilio e tanto altro ancora.
Gli autori sono di frequente abili illusionisti, possono prendere le vesti di chiromanti e maghi,di sedicenti agenti in divisa, nonché di falsi dipendenti di enti pubblici o di banche, talvolta facendo buona leva sulla fallacia propria della memoria umana; possono “travestirsi” da parenti lontani o vecchi amici della vittima, in genere una persona sola e molto anziana, catturandone la fiducia e derubandola poi di tutto.
E' recentemente accaduto a Milano il caso del finto medico che, presentatosi a casa di una novantatreenne le aveva proposto una visita a domicilio diagnosticandole poi un'allergia all'oro, per la quale richiedeva di poter visionare la gioielleria che l'anziana signora possedeva in casa.
Un uomo distinto erudito e ben vestito, questo è di frequente l'identikit del truffatore.
Ancora una notizia risalente allo scorso gennaio, questa volta nella città di Foggia; il truffatore vendeva macchine fotografiche giocattolo, del costo reale di circa €10, che venivano acquistate da anziani i quali in perfetta buona fede venivano convinti dell'affare arrivando a sborsare sino a € 5.000 . L'esperto ingannatore, un uomo di circa 40 anni, vestiva impeccabilmente, si presentava alla porta delle sue vittime fingendosi un onesto commerciante. La truffa, era preordinata ad ingenerare fiducia, e si realizzava nel raccontare alle anziane vittime che ad ordinare la macchina fotografica era stato un figlio o parente dell'anziano a cui poi, il truffatore chiedeva di saldare il conto. A dare una parvenza di credibilità c'era anche la finta telefonata al parente della vittima, in realtà un complice. Una truffa, quest'ultima che ha fruttato al suo autore oltre € 30.000.
La truffa, come anzidetto è un reato a querela di parte, la persona offesa può recarsi al più vicino distretto di Polizia, o chiamare il 113 oppure rivolgersi all'Arma dei Carabinieri. Inoltre, affinché si possa arrestare il colpevole è necessario coglierlo in flagranza di reato, quindi risulta impossibile prendere gli autori di una truffa, se non li si coglie sul fatto; tale misura non diminuisce il numero delle truffe, bensì ne accresce il dilagare in forme sempre nuove.
A ragione di ciò, e delle imprescindibili necessità di tutela del cittadino, lo scorso dicembre la Questura di Verona ha ideato in collaborazione con A.G.S.M. Azienda Generale Servizi Municipalizzati, un vademecum anti truffa, il cui titolo è “Regole d'oro”, che perverrà in tutte le famiglie di Verona; il documento contiene le indicazioni formulate dalla Polizia di Stato dirette agli anziani, per prevenire le truffe e non cadere in facili raggiri. Le regole d'oro sono: 1. non aprire la porta agli sconosciuti, pretendete sempre una tessera di riconoscimento. 2. nessun ente o azienda pubblica incarica il personale di eseguire riscossioni di denaro a domicilio. 3. diffidate da facili promesse 4.non fermatevi per strada ascoltando sconosciuti che chiedono la vostra confidenza, propongono affari, si mostrano gentili ed affettuosi o vi invitano ad accompagnarvi a casa 4. non andate da soli in banca o all'ufficio postale soprattutto quando vengono pagate le pensioni 5. utilizzate con grande prudenza i bancomat, evitate di maneggiare denaro vicino a sconosciuti 6. per qualsiasi problema non esitate a chiamare il 113.
Eppure il carattere preventivo di tali misure non assicura la tutela dei cittadini, soprattutto quelli considerati più deboli e la truffa è ormai un vero allarme sociale. Pertanto le associazioni dei consumatori, nonché alcuni politici, premono affinché vi sia una consistente modifica del quadro sanzionatorio previsto per tali fattispecie criminose. L'art. 643 del c.p. “circonvenzione di persone incapaci” che prevedrebbe una pena più severa, non è applicabile alle ipotesi di truffa in danno degli anziani, poiché la vecchiaia fisiologica non costituisce di per sé uno stato di deficienza psichica. Manca quindi nel caso in questione, una normativa ad hoc che permetta l'esatta misura sanzionatoria. Ecco perché lo scorso agosto su iniziativa di alcuni parlamentari è stato presentato il progetto legge n. 1595 che vorrebbe l'introduzione dell'art. 640 quinquies del codice penale. Tale articolo qualora venisse attuato comporterebbe un aggravio della pena per chiunque abusi dello stato di vulnerabilità, della fragilità della debolezza di un soggetto anziano o abusi della sue necessità, dei bisogni e dei desideri. I reati di truffa in danno degli anziani, come precisato anche negli atti parlamentari, non sono altro che crimini di viltà.

Dai consigli della polizia di Stato un vademecum per il cittadino.
1. In casa: non aprite la porta agli estranei anche se vestono in uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità. Gli enti prima di mandare incaricati a domicilio affiggono appositi avvisi nei palazzi. Verificate con una telefonata da quale servizio sono stati mandati; se non ricevete rassicurazioni evitate di aprire. Considerate che nessun ente manda personale a casa per il pagamento delle bollette, per rimborsi o per sostituire banconote false, né per qualsiasi altro motivo.
2. Al telefono: diffidate delle proposte commerciali, finanziarie di viaggio o altro che vi vengono offerte, evitate di rilasciare i vostri dati personali.
3. Per strada: non fermatevi a dare ascolto a chi vi offre facili guadagni, a chi ostenta la vostra confidenza e si offre di accompagnarvi a casa. Attenzione alle false beneficenze, ai venditori di strada, anche se dall'aspetto distinto, che vogliono proporvi un affare per il quale insistono per un assenso veloce.
4. In banca o alle poste: quando fate operazioni di prelievo o versamenti fatevi sempre accompagnare soprattutto nei giorni in cui vengono pagate le pensioni. Se avete il dubbio di essere seguiti oppure osservati, fermatevi all'interno dell'ufficio e parlatene con gli impiegati. Ricordate che nessun cassiere vi segue per strada per rilevare un errore nella procedura effettuata in banca o alla posta.
Per qualunque problema non esitate a chiamare il 113.
Plinio
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